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Le
Armi Mentali del Podista
dal web
Gli ultimi passi verso la maratona sono
accompagnati
dalle vostre “armi mentali” che sono: fiducia in voi stessi, coraggio e
concentrazione.
Sicurezza. Uno
degli obiettivi più importanti nella
preparazione mentale del podista alla maratona è quello di stabilire
una vera
fiducia in voi stessi, basata sulla conoscenza degli elementi di cui
avete il
controllo su chi realmente siete e sulle prestazioni di cui siete
capaci. Non
potete certo controllare le condizioni atmosferiche, né essere sicuri
di
mantenere determinati tempi, ma sarete voi a decidere se correre o meno
al
meglio delle vostre capacità. La vera fiducia in
voi stessi nasce dal sapere che a prescindere dal
risultato farete
comunque del vostro meglio. Per rinforzarla, pensate agli allenamenti e
ai
successi che avete fatto e conseguiti in passato. La vostra sicurezza
aumenterà
anche se conoscete già il percorso della maratona. Provate a
percorrerlo in
auto, se vi è possibile. Eliminare le incognite offre un notevole
vantaggio
emotivo. Ricordatevi dei successi podistici che avete ottenuto in
passato.
Stringetevi ai vostri sentimenti di orgoglio ed entusiasmo, e ricordate
che
poteste anche non ottenere i risultati che desiderate, ma che correrete
comunque per divertimento e arrivare al traguardo come i campioni.
Coraggio.
La vostra preparazione è ormai al completo.
Tenetevi pronti a correre, passo dopo passo, e lasciate libero il corpo
di fare
tutto ciò per cui è stato allenato. Riflettete per qualche minuto e
meditate su
quanto siate in forma ed in buona salute. Vivete intensamente la gioia,
l’orgoglio e la soddisfazione di aver portato a termine la
preparazione. Questa
è già di per sé una vittoria da celebrare. Ricordate a voi stessi che
la vostra
missione consiste semplicemente nel correre al meglio delle vostre
possibilità,
e non nel farvi ossessionare dal risultato. Concentratevi sulla corsa
un
chilometro dopo l’altro. Pensate che “ciò che è morbido è anche forte”.
Questo
vi rammenterà di correre in modo fluido, senza spingere. Correte con
intelligenza, non solo con forza. La meditazione permette prestazioni
eccezionali.
Distacco.
Distaccandovi dal risultato finale della
maratona ed abbandonando l’ansia da prestazione sarete più rilassati e
pieni di
energie di cui non sospettavate l’esistenza. Concentratevi sul
divertimento,
l’entusiasmo della corsa in sé, di quanto amate correre e di quanto
siete
fortunati ad essere forti, sani ed in forma abbastanza da partecipare
ad una
maratona. Non smettete di tenere anche al risultato, ma evitate di
valutare voi
stessi solo in base alle prestazioni.
Lasciandovi andare potrete ritrovare la libertà di
correre senza inibizioni, e cioè come ogni podista dovrebbe fare.
Immaginatevi
voi stessi nel giorno della gara, pronti a trarre piacere e
divertimento dalla
corsa. Sentite la passione per la maratona.
Concentrazione.
Pur restando distaccati dall’idea del
risultato finale, e importante mantenere la concentrazione durante la
maratona.
Ciò non vuol dire tuttavia pensare costantemente a quanti chilometri
restano da
percorrere. Concentratevi sui momenti, pensando alla tecnica di corsa,
alla
falcata, la respirazione ed il ritmo, passa dopo passo. In altre
parole, non
correte per 42 chilometri, ma per un chilometro 42 volte. In questo
modo
potrete mantenervi concentrati e rilassati al tempo stesso. Tuttavia
quando
tendete a divagare con la mente è bene mantenere dei punti di
riferimento per
ritrovare la concentrazione. Durante la maratona, pensate solo a come
mantenere
la concentrazione durante la gara. Alcuni podisti del Running Center
Club
Torino utilizzano un ritmo cadenzato per controllare il passo, altri
controllano la tecnica ad ogni chilometro. Pensate al motivo per cui
state
correndo la maratona di Torino, ed alla gioia della corsa.
Meditazione.
Per correre come campioni ben allenati,
dovrete accettare dei rischi. Accelerare o mantenere il ritmo di un
altro
concorrente durante la maratona può avere effetti negativi, ma d’altra
parte
potrebbe anche regalarvi la vostra prestazione migliore, non lo
scoprirete mai
se non siete disposti a correre dei rischi. Decidete il giorno della
maratona
se e quali rischi calcolati vorrete correre durante la gara. Se si
presentano
dei problemi, potrete imparare dall’esperienza e migliorare. Ricordate
che i
migliori podisti hanno sempre il coraggio di sbagliare.
Adattamento. La capacità di adattarsi ai
cambiamenti
inevitabili è essenziale in un evento come la maratona, e richiede
cambiamenti
specifici nell’atteggiamento, l’approccio e la strategia da adottare.
C’è
sempre il rischio di ammalarsi o di avere problemi muscolari, o di
trovare il
vento contrario, la pioggia o un caldo insopportabile. Potrete avere un
notevole vantaggio psicologico se resterete flessibili, accettando le
situazioni che vi si proporranno man mano. Resistere all’inevitabile
crea
tensioni che inibiscono le prestazioni. Provate ad immaginare ora ciò
che
potrebbe accadere durante la maratona: venti contrari, pioggia, caldo,
freddo,
ecc.. Immaginate come reagirete per superare i problemi, adattandovi in
modo
positivo.
Controllo. Il giorno della maratona,
probabilmente
sarete tesi o ansiosi, ed avrete paura di trascurare qualche dettaglio
importante. L’ansia può essere aggravata dagli amici, i familiari o gli
amici
podisti del club o gli altri concorrenti. In ogni caso, è utile saper
regolare
l’eccitazione raggiungendo uno stato di “entusiasmo contenuto”. Un modo
per
mettere le briglie alle vostre energie consiste nell’eseguire azioni a
cui
siete abituati la sera prima della maratona. Il senso di familiarità
legato
alle abitudini combatte l’ansia, migliorando la concentrazione. Stilate
una
lista di tutto ciò che dovete fare: mettere la sveglia, fare il pieno
di benzina,
mettere insieme gli indumenti di cui avrete bisogno, appuntare il
numero di
gara sulla canottiera, mettere in borsa vaselina, bevande sportive
collaudate e
personalizzate, scarpette ed un pasto pre-maratona che avrete
preparato.
Controllando questi dettagli potrete concentrarvi meglio su voi stessi.
Le
Ossessioni del Podista
Tornato
a correre. Con calma, pazienza e grande senso di libertà
nel cuore. Tornato anche a infilarmi le spille da balia per fermare il
pettorale sulla maglietta. Era da un pezzo che non facevo una corsetta
insieme a tanta gente. Sono un solitario. Mi alleno sempre da solo. Mi
serve per tirare fuori delle idee, oltre che per tutto il resto. E’
sempre piacevole però condividere un po’ di gioia e sofferenza con
colleghi di avventura. Quelli che iniziano ora, quelli fanatici, quelli
“normali”: insomma, diecimila persone felici di stare insieme per le
strade di Firenze (in questo caso).
Perché anche 10 km sono una bella emozione. E mentre correvo non ho
potuto fare e meno di fotografare con la testa i tic più o meno
simpatici di questa massa di uomini e donne votati alla corsa. Mi è
venuto automatico tirare giù un piccola lista di personaggi. Con una
premessa: gli uomini, grazie alla corsa, hanno trovato il modo di
trascinare anche nell’età matura tutto il “garoso” che da sempre gli
balla nel cuore e nell’anima. Non c’è verso di crescere. E ovviamente
in tutto questo mi ci metto anche io, che da una parte inseguo correndo
una vita sempre più zen, dall’altra mi ritrovo mio malgrado a ripetere
frasi e frasette prestampate che vanno di pari passo con le tabelle di
allenamento.
PRIMA DELLA PARTENZA
Il finto distaccato: «Ho ricominciato da poco. Faccio la gara giusto per allenarmi un po’».
Il fenomeno: «Sono fuori forma. Oggi sui dieci punto a stare sotto i 44».
Il competitivo tecnologico: «Tu che Garmin hai? Ah, il modello vecchio».
Il supereroe: «Queste corsette non mi divertono più, ormai solo ironman».
Il calzolaio 1: «Tu come ti trovi con le asics? Io mizuno tutta la vita»
Il calzolaio 2: «Tu come ti trovi con le mizuno? io asics tutta la vita».
Il fuggiasco: «Ho tre figli, ho iniziato a correre per uscire un po’ di casa»
Il finto distaccato 2: «Tu vai tranquillo. Io ho un dolorino al polpaccio. Aspettami all’arrivo».
DURANTE LA GARA.
Quello col cane al guinzaglio (povero cane e poveri quelli che inciampano nel guinzaglio)
Quello col bambino nel passeggino hi-tech (10 km tra le buche di
Firenze senza poter reagire. Un giorno vostro figlio si vendicherà).
Quello che incita tutti: vieni ti porto al traguardo, vieni segui me,
vieni siamo quasi arrivati (altruismo o egopatia?). Di sicuro voglia di
stressare generosamente il prossimo.
Quello che barcaglia in corsa (ci siamo visti alla maratona di new york? No, forse alla sagra del pinolo di chiesanova)
Quello che cerca l’amico in corsa e urla il suo nome per tutti i 10 km (francoooooooooo)
Quello con la maglietta dell’Us Maiano. Guarda bene, ce n’è sempre uno davanti a te.
Quello che era il finto distaccato 2 e che ti aspetterà all’arrivo in
modo che tu sappia che lui è arrivato prima di te nonostante il
dolorino al polpaccio.
DOPO LA GARA.
Quello che impreca perché gli si è piantato il Garmin.
Quello che racconta i passaggi decisivi della sua corsa a tutti quelli che incontra.
Quello che si aggira sudato e con sguardo perso cercando moglie e figli
che lo dovevano aspettare al traguardo e chissà dove sono finiti tutti.
E infine loro. Quelli che non mancano mai. Che sia una maratona, una
mezza o 10 km. Belli, leggeri, veloci e sorridenti: quelli che vanno
come le schegge, e una volta arrivati al traguardo, tornano indietro
(sul percorso) con la medaglia al collo e il passo di uno che, pur
sforzandosi zero, va molto più veloce di te che ancora sei in corsa,
probabilmente bello cotto.
Perché siamo «garosi». Ragazzini per sempre. Finchè c’è fiato. E gamba. E voglia di libertà.
Ps. Giorni dopo la gara troverai qualcuno che è andato a bracare nella
classifica sul web e ti farà capire che lui è arrivato prima di te. E
tu sorriderai con spirito olimpico facendogli i complimenti e
ricordando a te stesso che l’importante è sì partecipare, ma solo per
arrivare prima di lui nella prossima garetta che
verrà.
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